
“Le vite segrete si annidano nei piccoli particolari”
Il romanzo di Barbara Frandino è entrato nella mia vita come un treno. Il Q-Train di Van Wieck, per l’esattezza, il dipinto raffigurato in copertina. La motivazione l’ho già data in passato: qualche anno fa, per la casa editrice Edit@, è uscita una raccolta di racconti, dal titolo “Transizióne, la Ri(e)voluzione di una donna”, in cui è stato pubblicato un mio scritto, cosa che mi ha reso molto felice.
È quello che ti meriti è arrivato come un treno, appunto, e come un treno l’ho letto.
Questa piccola meraviglia è in grado di catturarti sin dalle prime pagine, con una semplicità sorprendente. Tu sei lì a sbocconcellare qualche parola e senza rendertene conto sei in trappola, invischiato tra le righe che ormai hai divorato e sei già a metà libro.
Ma quando le hai lette tutte quelle pagine? Un attimo prima fissavi quella bellissima copertina e un attimo dopo stai vivendo la vita di Claudia, stai pensando i suoi pensieri, respirando i suoi respiri, parlando con la sua voce di donna ferita, delusa, tradita. E colpevole. Rea di non aver soccorso suo marito quando lui ha avuto un infarto. Rea di aver esitato, di aver perso istanti preziosi. Di essersi messa a riordinare la casa, invece di correre in ospedale seguendo l’ambulanza. Perché, vi chiederete? Leggetelo, non ci impiegherete molto.
Merito anche dei paragrafi brevissimi, mordi e fuggi, schegge affilate che penetrano nella carne, non riuscirete a staccarvi da questa storia. Garantito.
Una storia dove i piccoli gesti quotidiani raccontano un mondo intero, dove i silenzi valgono più delle parole.
Me ne sono innamorata. Questo romanzo è meraviglioso.