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Paura di volare

L’arte sconosciuta del volo, Enrico Fovanna

Shirsasana variation

«È stato un viaggio inutile, mi chiedo.

No, nessun viaggio lo è mai davvero»

Due frasi, un breve discorso interiore, racchiudono il senso di questo romanzo di formazione, con tante elucubrazioni e un pizzico di noir.

Un viaggio con la mente, prima ancora che con il corpo, è ciò che compie Tobia, il protagonista, un medico legale quarantottenne, divorziato, senza figli, con un lavoro che non gli dà più alcuna soddisfazione e una vita fin troppo solitaria, costellata solo di fantasmi e di ricordi.

Il pensiero corre dritto alla sua infanzia a Premosello, un piccolo paesino di montagna in cui il piccolo Tobia ha vissuto anni felici, in compagnia del suo amico Ettore, del suo acerrimo nemico Gioacchino, il bulletto della scuola, della brava Fiorella, del pazzo Lupo – il matto del paese – e di padre Camillo, figura paterna e amorevole, con cui i bambini trascorrevano il pomeriggio imparando nuove cose e godendo della natura. Soprattutto, ciò che continua a occupare la mente di Tobia è Carolina, la bella della classe, di cui era perdutamente innamorato.

Cosa le sarà accaduto quando le loro strade si sono divise? È buffo che ci ripensi dopo tutti questi anni, eppure ogni cosa sembra ricondurre a quei momenti spensierati, quando lui era solo un bambino come tanti. Quando, cioè, la morte non aveva ancora mostrato il suo lato oscuro.

C’è stato un momento dell’infanzia di Tobia, infatti, che ha segnato un passaggio fondamentale per la sua crescita, in maniera fulminea e brutale. Due dei suoi compagni sono stati trovati morti e a essere accusato del loro omicidio è stato proprio il buon padre Camillo, la persona che meno di chiunque altro sembrava capace di fare del male ad anima viva.

Tobia non ha mai creduto alla sua colpevolezza e, a distanza di decenni, decide di venire a capo della questione e di scoprire cosa è realmente accaduto tanto tempo prima.

Il romanzo di Fovanna si legge con piacere e trasporto, anche se a mio avviso molti aspetti restano eccessivamente superficiali, come il rapporto tra Tobia e sua moglie Giada, mentre altri risultano quasi paradossali e inverosimilmente accentuati. L’ossessione che matura Tobia verso ciò che è avvenuto quando era solo un bambino e senza un particolare motivo lascia un po’ perplessi, così come l’amore spasmodico e smisurato per Carolina, una bambina con cui ha scambiato due parole e un bacio.

Per quanto abbia trovato la lettura scorrevole e tutto sommato gradevole, ritengo che sia stato dato troppo peso a ciò che meritava di essere ridimensionato, e che non siano stati affatto toccati temi fondamentali ai fini della storia, posati invece lì per caso, come se non avessero abbastanza importanza.

Questi piccoli dettagli, tuttavia, non intaccano la bellezza del romanzo né l’eleganza della scrittura, che resta notevole.

  • L’arte sconosciuta del volo
  • Enrico Fovanna
  • Giunti
  • € 18.00, pp. 341

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