
Quanto vale una vita?
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, più ancora delle bombe, è la fame a fare paura. La popolazione vive come può, risparmia il più possibile le risorse a sua disposizione e talvolta salta i pasti.
Le dieci donne di Gross-Partsch, però, non hanno fame. Non più, almeno. Non da quando si siedono nella grande sala e aspettano, come ogni giorno, di essere servite con ogni ben di Dio. Piatti gustosi, manicaretti deliziosi che solleticano il palato e placano i crampi allo stomaco.
Ogni boccone, tuttavia, va giù a fatica. È una mina pronta a esplodere, un proiettile in canna. Ogni pasto è una roulette russa che potrebbe uccidere una di loro.
Loro sono le assaggiatrici di Hitler, le donne sacrificabili, quelle destinate a verificare che al Führer non venga servito del cibo avvelenato. La vita del capo di stato è troppo importante per essere messa a rischio. Non così quella di Rosa Sauer e delle sue commensali.
Di fronte alla caducità della sua stessa vita e in pena per il marito disperso in Russia, Rosa cercherà conforto nel legame con Elfriede e le altre ragazze. Ma in una situazione così complicata non sarà sempre facile distinguere gli amici dai nemici, la paura dall’affetto, la solitudine dal desiderio d’amore.
Rosella Postorino scrive un romanzo travolgente che a tratti rimanda al capolavoro della Némirovsky, Suite francese, al quale non ha assolutamente nulla da invidiare. Emozionante e coinvolgente, il romanzo vincitore del premio Campiello rinuncia alla linea di confine che separa il Bene dal Male, avvolgendo entrambi in una nebbia indefinita in cui nulla è interamente l’uno né l’altro.