Recensione di “Uomini che restano” di Sara Rattaro

Anche la situazione più difficile può portare a degli insperati e sorprendenti sviluppi. Un romanzo che insegna a non abbattersi mai e a cercare sempre il lato positivo, anche quando tutto sembra essere perduto.
Malgrado il titolo questo è un romanzo del tutto incentrato sulle donne.
Due, in particolare, alle prese con situazioni all’apparenza diverse, ma che hanno in realtà la stessa radice: un profondo e frustrante senso di abbandono.
Fosca e Valeria si incontrano per caso sul tetto di un palazzo. Hanno la stessa età e condividono la medesima paura per il futuro, sebbene per ragioni differenti.
Fosca ha appena scoperto che suo marito è gay. L’ha lasciata perché si è innamorato di un uomo, gettandola nello sconforto più totale. In discussione, per lei, non è solo il suo futuro: desiderava un figlio, pensava di restare tutta la vita con Lorenzo, godeva della stabilità con quell’uomo premuroso e sensibile. A tormentarla più di ogni cosa è quel velo di incertezza che si è posato sul suo passato e che le fa apparire il suo matrimonio come una gigantesca menzogna.
Pensa che non le sarebbe potuto accadere nulla di peggio, ma si ricrede quando ascolta la storia di Valeria, che ha scoperto dell’adulterio di suo marito poco dopo aver saputo di avere un cancro.
Queste due sconosciute, così simili e così diverse, si daranno forza a vicenda, accomunate da un destino infame da cui sembra non ci sia scampo. Anche dopo la notte più nera, però, arriva un nuovo luminoso giorno, pronto a gettare luce su aspetti mai considerati prima e sulla consapevolezza che la vita è sempre pronta a sorprenderci e a darci la certezza che gli uomini che fuggono non vanno mai poi così lontano, ma gli uomini che restano, quelli sì che bisogna tenerseli stretti.
- Uomini che restano
- Sara Rattaro
- Pickwick
- € 9.90, pp. 250